È ormai un dato di fatto che l’eccellenza nella sicurezza e gli ottimi risultati negli affari siano fra loro correlati. Ma è possibile andare oltre e stabilirne un nesso causale, cioè che una sia la causa degli altri? Larry Wilson, autore di SafeStart, ha invitato gli esperti partecipanti al SafeConnection a riflettere sul tema.
Prima però, al fine di capire quale fosse l’opinione generale, ha chiesto ai relatori se tra l’eccellenza nella sicurezza e quella negli affari vi fosse una correlazione o un nesso di causalità.
Chi meglio di quelle aziende che hanno raggiunto ottimi risultati sia in materia di sicurezza che di prestazioni potrebbe rispondere a questa domanda?
Su come l’eccellenza nella sicurezza si colleghi alle prestazioni aziendali le opinioni degli interpellati sono state come al solito molto franche:
- “Se non vedi la correlazione, allora c’è qualcosa di veramente sbagliato nella tua azienda”, è stata la ‘provocatoria’ risposta di Ahmed Khalil (Direttore HSE, Bahrain Petroleum Company).
- David Bianco (Program Manager di SafeStart, Epiroc) concorda con lui affermando che “la correlazione è pressoché evidente”.
C’è un dato importante elaborato da Teg Matthews (Vicepresidente, SafeStart) che conduce gruppi di discussione con i leader delle 500 maggiori società americane per ricavi secondo la classifica pubblicata dalla rivista Fortune: circa il 90% dei manager afferma di riconoscere tale correlazione.
Da quanto emerso nel corso degli interventi, ci si dovrebbe basare su questa correlazione per poterne trovare la causalità:
- Innanzitutto, è necessario definire che cosa sia “l’eccellenza negli affari”: “Riguarda solo la sfera economica? È unidirezionale?” domanda Salman Abdulla (Vicepresidente esecutivo, Emirates Global Aluminium).
- Oppure comprende anche “il benessere delle persone, la reputazione dell’azienda sul mercato e presso gli investitori nonché l’equilibrio dell’intero stabilimento e perfino del pianeta?”. “Se è così”, afferma, “allora sì, vi è una causalità diretta”.
Larry Wilson ha approfondito ulteriormente la discussione per capire se le leadership intervenute avessero messo in relazione, da una parte, l’errore umano quale causa dell’infortunio e, dall’altra, l’errore umano che causa problemi di produzione o qualità. Chi di loro riusciva a riconoscerne il nesso?
In poche parole, i vertici aziendali sono consapevoli che la riduzione dell’errore umano è la ragione per cui l’eccellenza nella sicurezza equivale a ottime prestazioni negli affari?
- Arun Subramanian (Vicepresidente Aggiunto & Direttore HSE di Coromandel International Limited) ritiene che la comprensione della causalità sia molto chiara ai livelli aziendali più alti ma debba ancora consolidarsi in quelli più bassi.
- Anupam Bagchi (Vicepresidente Aggiunto e Responsabile HSE – Metalli e Minerali, Hindalco Industries Ltd) condivide la sua esperienza: se durante gli incontri mensili sul tema della sicurezza emerge che il rapporto di causa e effetto risulta ancora incompreso da qualcuno, si attivano subito attività di consulenza e accompagnamento dei collaboratori in questione fino a che non ne acquisiranno piena padronanza.
- Sebbene qualcuno sostenga di non vedere la detta causalità, Peter Batrowny (Presidente e CEO, PB Global HSE, Inc.) afferma che i leader sicuramente riconoscono il valore dell’integrazione delle pratiche di sicurezza nei loro processi aziendali. Ad esempio, per cercare le cause degli incidenti alcune organizzazioni fanno eseguire separate indagini rispetto a quelle legate ai problemi di produzione e qualità, mentre le aziende con le migliori prestazioni le integrano.
Caso di Studio: Etex. Alex Carnevale (Presidente di Dynacast International) ha raccontato che quando lavorava in Etex come CEO credeva insieme ai colleghi che “le stesse cause che portano a eccellere nella sicurezza producono anche i migliori risultati aziendali”. Non si trattava di un’ipotesi, ma di un principio chiaro: “impegno, attenzione ai dettagli e azioni concrete, passando dalle parole ai fatti. Queste cose sono abbastanza evidenti quando si tratta di ottenere ottimi risultati in materia di sicurezza”, afferma, “ma sono anche le stesse che devi fare per raggiungere una buona qualità, produttività ed efficienza, quindi per far progredire i tuoi stabilimenti”. Questo modo di pensare ha consentito ai leader di trasmettere in modo forte il messaggio che loro a queste cose danno molto importanza, con l’ulteriore vantaggio di aiutare a eliminare qualsiasi tensione tra le pratiche di sicurezza e tutte le altre attività aziendali.
Gli “errori di prestazione”, come ad es. effettuare una consegna sbagliata, hanno alla base le stesse cause che portano a commettere gli “errori che provocano gli infortuni”? Li possiamo attribuire alla fretta, alla frustrazione, alla stanchezza o all’eccesso di fiducia? Oppure a una combinazione di questi stati fisici o emotivi?
- Gli esperti hanno convenuto che sia gli errori di prestazione che quelli che provocano gli infortuni hanno alla base le stesse cause.
- Bipin Sharan (Gestione delle Attività Produttive – Veicoli per la Difesa, Tata Motors) aggiunge che nella sua azienda è stato sviluppato uno strumento chiamato “analisi delle cause dell’errore umano” che, sebbene inizialmente creato per cercare le cause degli incidenti, ora viene esteso a tutte le attività e a tutti gli errori commessi nell’organizzazione. (Tra l’altro, ciò indica una comprensione della “causa” piuttosto che una semplice “correlazione” entrata in gioco.)
Ecco un concetto chiave di Larry Wilson di SafeStart: c’è un po’ più di maturità in termini di “giustizia” in una questione legata alla sicurezza piuttosto che a un errore commesso nell’ambito della produzione o della qualità. “Se qualcuno facesse partire tre camion carichi di prodotti verso il secondo miglior cliente invece che al primo, probabilmente gli si direbbe che se dovesse succedere ancora verrà licenziato”, sostiene. “Ma, se un lavoratore facesse arretrare il muletto dalla banchina di carico e si ferisse gravemente, si avvierebbero tutti i tipi possibili di analisi delle cause”. Mentre ormai sappiamo tutti che nessuno mai cerca di farsi male, né di commettere un errore di produzione, di qualità o di servizio ai clienti!”
Tuttavia, rimane non chiara la comprensione circa il nesso tra pratiche di sicurezza ed eccellenza nelle prestazioni aziendali, a meno che non venga valutato l’aspetto umano dell’errore:
- Pierre-Jean Paumard (Responsabile EPC HSE, Consorzio Besix/Hitachi Zosen Inova) spiega che mentre “crediamo davvero che le prestazioni aziendali siano accompagnate da buoni risultati in termini di sicurezza, quando abbiamo approfondito l’argomento e io stesso ho chiesto ‘quali sono queste relazioni?’ raramente abbiamo parlato di fattore umano [ed] errore umano”. “Parliamo di attrezzatura, metodologia, luce, ventilazione… facciamo le cose in modo da eliminare l’errore umano, ma non ne parliamo mai direttamente”.
- Teg Matthews di SafeStart si dice d’accordo che “tale convinzione sussiste a livello intellettivo, ma quando si inizia ad approfondire il problema e a guardarlo da una prospettiva pratica, non si sa affatto che aspetto abbia, a meno che non si sia guidati da leadership [appassionate] capaci di chiarire meglio il concetto a tutta l’organizzazione”.
Analizzare e interpretare i dati: Alex Carnevale sottolinea la necessità di guardare ai fattori chiave di una buona prestazione aziendale piuttosto che solamente ai risultati.
- “Se capisci veramente che cosa fa progredire la tua azienda, lo sai che sono le persone che ci lavorano. Le persone commettono errori. Gli errori causano problemi, di cui i peggiori sono gli infortuni gravi. Una volta che tutti sono in grado di vedere le cose da tale prospettiva, tutto diventa molto più semplice”.
Sì, l’obiettivo è raggiungere una buona prestazione aziendale, ma credere nella causalità, tra l’eccellenza negli affari e quella nella sicurezza, ti porta a capire quali sono i fattori chiave in gioco. Individuali e comprenderai su quali elementi fare leva per raggiungere risultati sempre migliori.
Perché accontentarsi della correlazione quando potresti sfruttare anche la causa? Perché puntare al ‘Buono’ quando potresti diventare ‘Eccezionale’?